mercoledì 22 dicembre 2010

Il coraggio delle proprie idee

Vi è mai capitato di sostenere un’idea contro tutto e tutti? In direzione ostinata e contraria, per anni continuate a sostenere la vostra tesi mentre la maggioranza dei vostri amici disapprova senza alcun motivo razionale ma solo perché state andando contro una consuetudine consolidata. E cosi, dinanzi a quei dissensi irrazionali, la vostra convinzione si cementifica fino a diventare un’indissolubile certezza.

Finché, un giorno, una fonte autorevole vi dà ragione.

domenica 12 dicembre 2010

Dimmi il nome

Passerà anche questa. Voteranno. Il governo cadrà o non cadrà, ormai non mi importa. Perché il mio lessico è troppo limitato per descrivere lo schifoso calciomercato a cui abbiamo assistito. E il mio cervello è troppo piccolo per comprendere che cazzo abbiamo aspettato a fare fino al 14 dicembre?!?!?

Però uno sfizio voglio togliermelo. Considerata la memoria corta dei miei connazionali, voglio lasciare qui, in questo angolo sperduto del web, a futura memoria, nomi e cognomi degli “onorevoli” che, con una notevole scelta dei tempi, stanno pensando di cambiare casacca a una settimana da questo benedetto voto di fiducia. Non sarà un elenco completo, non intende esserlo, e potrebbe essere modificato nei prossimi giorni. Anzi, vi invito a segnalarmi nuovi acquisti e/o cessioni. Ma adesso “voglio il nome, voglio il nome… Il ladro, dimmi chi è”:

domenica 21 novembre 2010

WARNING

Lo so che l’avete visto fare un comizio in televisione. E che vi ha convinto molto di più di Fini e Bersani. So anche che siete stanchi di Berlusconi e volete voltare pagina. E che adesso avete visto perfino i suoi manifesti per strada.

Ma, credetemi, non lo potete votare.


domenica 14 novembre 2010

PSM

L’avevo sentito alla radio venerdi mattina. Incredulo, sono andato a cercarlo e l’ho trovato. Ascoltate attentamente le dichiarazioni di Italo Bocchino tra il minuto 50 e 55 di questa puntata di AnnoZero. Tra il serio e il faceto, ribadisce ben tre volte quello che pensa Berlusconi: “Palazzo Chigi è mio, l’ho costruito io e lo devo lasciare a Piersilvio e Marina…”

Nessuno se l’è cagato. Nessuno tranne Leonardo.

lunedì 8 novembre 2010

Approccio ingegneristico all'arte (contemporanea)

Oggi proverò a disegnare il perimetro dell’arte.

Lo so, è come delimitare la superficie dell’argon ma è propedeutico alla dimostrazione di una tesi. D’altra parte, la mucca sferica è una delle metafore più in voga (ed abusate) tra i fisici teorici e non mi sembra che quest’approccio non abbia funzionato.

Partiamo da una definizione abbastanza condivisa: l’arte è tutto quello che emoziona.

Siete d’accordo? Se no, non andate avanti. Ma suppongo di si. E’ una semplificazione, lo so. E’ come approssimare una mucca con una sfera ma, come vi ho appena dimostrato, funziona.

Un artista può trasmetterci un’emozione fondamentalmente attraverso le seguenti modalità:

  1. L’esibizione di un’abilità o una tecnica superiore alla media.
  2. L’intuizione di un’idea originale, anche se realizzata senza particolari tecniche e/o abilità.
  3. La comunicazione di un messaggio che tocca le corde dell’animo.

Se almeno una delle suddette modalità è applicata ad una disciplina per cui proviamo interesse, è molto probabile che proveremo un’emozione e considereremo colui che l’ha generata un’artista.

La scultura, la musica e il calcio sono delle discipline per cui provo interesse e facciamo degli esempi:

  1. La Pietà di Michelangelo trasuda un’abilità che credo non raggiungerei nemmeno trascorrendo la mia intera vita in una cava di marmo.
  2. Aprir le gambe e lasciar scorrere il pallone non richiede il tasso tecnico di una sforbiciata, ma sorprende e, a volte, emoziona anche di più.
  3. Le canzoni dei cantautori sono quattro accordi in croce, ma le loro parole sono state un faro per generazioni.

Tre esempi di arte, plastica, pop e performativa, e il contorno abbozzato sembra contenerli tutti.

Ora, visto che stiamo disegnando il perimetro dell’arte per l’intera umanità (mica pizza & fichi) e non per il sottoscritto, estendete l’esempio a tutte le discipline che possono emozionare me, voi, vostro cugino, il vostro vicino di casa e un pinco pallino qualunque. Metteteci dentro tutto quello che vi viene in mente. Poesia, scultura, murales, teatro, fotografia, arazzi, danza, musica, cinema e origami. Fatto?

Eccolo. Tutto quello che ricade qua dentro possiamo dire che appartiene all’arte.

domenica 7 novembre 2010

Degrado Proverbiale

A Napoli diciamo: “Facimm comme a santa Chiara: dopp' arrubbata ce mettimm 'e pporte 'e fierro”.

Il proverbio letteralmente significa: facciamo come per Santa Chiara, dopo che fu saccheggiata, ci mettemmo le porte di ferro, e si riferisce al celebre monastero che, dopo essere stato bombardato durante la seconda guerra mondiale, fu restaurato nel corso di dieci anni in cui, secondo le leggende popolari, era possibile accedere facilmente e trafugare oggetti di valore. Al termine di questo decennio d’incuria, la chiesa fu provvista di solide porte di ferro ma solo quando i ladri avevano già commesso i loro furti.

Da storia a proverbio, il passo è stato breve e, come detto, quest’episodio è ricordato ogni volta che si corre ai ripari quando è troppo tardi, quando si è già subìto il danno paventato.

Come oggi.

venerdì 4 giugno 2010

Il Paradiso poteva attendere

Io me lo ricordo chiaro chiaro quando vidi per la prima volta “Ricomincio da Tre”. Faceva caldo e lo trasmettevano dopo pranzo. La scena di Robertino fu un’emozione travestita da risata grassa.

Io me lo ricordo chiaro chiaro quando vidi per la prima volta “Scusate il ritardo”. Era in seconda serata e mio fratello dormiva ma quando Troisi disse “meglio 50 giorni da orsacchiotto” risi cosi forte che lo svegliai.

E me lo ricordo chiaro chiaro quando è morto Troisi. Era il giorno dopo il mio 15simo compleanno ed ero a Milano, a casa di Zia Antonietta. La televisione ci colse alla sprovvista, come uno schiaffo, e noi tutti ci rimanemmo male. Mia mamma più di me.

Oggi è il giorno dopo il mio 31simo compleanno, e sapete cosa mi manca di più di Troisi?

L’emozione di vedere un suo film per la prima volta, la risata grassa scatenata da scene di cui vi so ripetere ogni singola parola, la gioia della riflessione scaturita da una sua battuta ormai diventata aforisma.

Che peccato.

giovedì 20 maggio 2010

Ndimakukonda

Ma se non mi ami lascia che mi trovino.
Meglio che il loro odio tolga la mia vita, e non che la tardi senza il tuo amore.
Romeo Montecchi, condannato all’esilio da Verona

Io amo molto Steven e se la gente non mi dovesse dare la possibilità di amarlo e di vivere liberamente con lui, allora è meglio che io muoia qui in carcere.
La libertà senza di lui non ha significato.
Tiwonge Chimbalanga, condannato a quattordici anni di carcere in Malawi

domenica 28 marzo 2010

Un camorrista per bene

In queste settimane a Napoli e provincia è stato presentato un film che si intitola: “Un camorrista per bene”. Il titolo è un ossimoro e il film si presenta come l’Anti-Gomorra con l’obiettivo - dichiarato dal regista Enzo Acri - di dimostrare che “la mia città (ndr: Napoli) si sveglia ogni mattina per andare a lavorare. Un 3 per cento di camorra non può infangarla. Ho capito di voler girare questo film quando ho visto che un borghese romano totalmente estraneo (ndr: Garrone) si è permesso di raccontare storie che non conosce per niente” (1).
Il film è stato prodotto con un budget di un milione di euro (2), una cifra notevole per una casa di produzione (3) e un regista (4) al loro esordio sul panorama cinematografico italiano (e partenopeo). Inoltre, per rilanciare l’immagine della mia città è stata scelta una trama “sui generis” (ovviamente tratta da una storia vera): Vincenzo Barbetta, noto esponente della camorra degli anni 80, sconta in carcere una pena di 18 anni per associazione cammorristica per l'articolo 416 bis. Uscito dal carcere, […] disgustato della tanta delinquenza selvaggia che affligge la sua città, tra ex famiglie sfasciate e riunite in piccoli clan e l'invasione sul territorio di bande extracomunitarie, decide di chiedere aiuto al suo amico Luigi Altieri ex esponente del terrorismo degli anni 70, conosciuto in carcere, di fare un pò di pulizia. Barbetta si organizza con un gruppo di para militari, e iniziano a fare pulizia tra le varie famiglie camorristiche. Dopo invita tutti i vecchi capo clan ormai deboli, ad una riunione, spiegando che la loro debolezza, la loro convinzione e la troppa ingordigia ha fatto si che in tanti si distaccassero dal sistema, diventando cani sciolti, pericolosi per loro stessi e per i cittadini. Nella riunione si scusa con tutti per la mattanza fatta anche tra i loro clan, ma spiega che ha eliminato solo persone cattive e che creavano o avrebbero creato problemi. […] (5).
Il film è stato girato con tutti attori non professionisti reclutati su internet e per farvi un’idea potete guardare il suo (lunghissimo) trailer qui: http://www.youtube.com/watch?v=8jwopHCTyJQ

Consapevole che non è corretto dare un’opinione non avendo visto l’opera per intero, temo che l’unico obiettivo raggiunto da questo film sia esattamente l’opposto di quello dichiarato.

domenica 21 marzo 2010

Meglio tardi che mai

Dopo 22 mesi di sforzi e districandoci tra processi brevi medi e lunghi, siamo riusciti a farvi parlare per ben 3 ore di crisi economica e sociale…


Questo è l’inizio del discorso tenuto da Bersani alla camera in settimana. Sinceramente, mi sono sentito meno solo. Finalmente qualcuno che parla di cose concrete. Scuola, lavoro, evasione fiscale, addirittura prezzo della benzina.

Io sono il primo ad indignarsi per il diritto all’informazione, per il decreto interpretativo e per le veline al ministero. Ma sono convinto che se una volta a settimana in prima pagina ci mettessimo questi argomenti, forse riusciremmo a svegliare qualcuno dal sonno e spostare qualche voto a sinistra.

Adesso cliccate qui e buon ascolto.

lunedì 15 marzo 2010

Napoletano

Non sono un patriota, non si accelera il battito alle fanfare dell’inno nazionale. La mia patria è la lingua italiana. L’ho avuta da mia madre, dai suoi libri, dalla sua pretesa di parlarla in casa senza accento. Nell’agronolano degli anni ’80 il napoletano era lingua schiacciante, veniva dalla pressione della densità umana per metro quadro, era svelto di sillabe, servile e guappo, feroce e sdolcinato di vezzeggiativi, era una lingua di consolazione, dava forza e figura a chi la sapeva usare.

Era destrezza a usare meno sillabe, a ingiuriare più a fondo, a sfottere più scorticatamente. L’ho imparato a orecchio a forza di sconfitte sul campo della strada. Un dialetto si impara per legittima difesa. Sta nella bocca come dentro un fodero di cuoio.

In una vita puoi studiare dieci lingue, ma non due dialetti.

L’italiano è una lingua raggiunta, la amo. Per l’altra non uso il verbo amare. Al napoletano voglio bene e lui pure me ne vuole.

Gli voglio bene perché mette forza di raddoppio alla parola “ammore”, al posto del più delicato amore, e nel “dimmane” che dev’essere migliore del solito domani. Gli voglio bene perché al contrario dell’indicativo “abbiamo”, toglie peso e presunzione al verbo avere, dicendo “avimm”. Gli voglio bene perché raddoppia “primma” e “doppo” e dà cosi più consistenza al prima e al dopo, al tempo passato e a quello venturo. Mentre il presente è un frattempo che si riduce a un “mò”, sillaba di momento. E sono affezionato al verbo andare che è più veloce del mondo, “i”, più corto del già svelto “ire” latino.

Perché quando te ne devi andare, “te n’ia i”, subito.

Liberamente tratto da “Alzaia” di E.De Luca

giovedì 28 gennaio 2010

Dejà Vu

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbe meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo. Perchè il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?

Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse o per machiavellismo. […] La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma il popolo italiano è cosiffatto da dare i suoi voti piuttosto al forte che al giusto; e se lo si fa scegliere fra il tornaconto e il dovere, anche conoscendo quale sarebbe il suo dovere, esso sceglie il suo "tornaconto”

Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare e specchio del popolo italiano contemporaneo. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, […] un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon gusto della gente educata a causa del suo stile enfatico, impudico e goffo. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.

Ammiratore della forza, venale,corruttibile e corrotto, cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare, ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."


Tratto da un diario di Elsa Morante, a proposito di Mussolini
1945

Fonte: http://beppesebaste.blogspot.com/2009/05/pagine-di-diario-1945-di-elsa-morante.html