domenica 31 gennaio 2021

The Handmaid’s Tale

 

Oggi ho terminato la terza stagione di The Handmaid's Tale (THT). In generale la serie mi e' piaciuta tanto e la raccomando fortemente. Metto giu' delle note in ordine sparso.


Nations never build apparently radical forms of government on foundations that aren't there already.

Margaret Atwood ha iniziato a scrivere il libro, da cui e' tratta la serie, nel 1984, quando viveva a Berlino Ovest. Non so se sia stata la location ma THT descrive molto bene l’efficacia pervasiva della dittatura, la capillarità del terrore e della violenza, il modo in cui la paura divide le persone le une dalle altre, e le rende incapaci di trovare un po’ di sollievo nella costruzione di un legame, lasciandole isolate e deboli, e quindi sottomesse (Il Post).

La stessa Atwood, in questa intervista al Guardian del 2012, cioe' cinque anni prima della serie, disse: "China replaced a state bureaucracy with a similar state bureaucracy under a different name, the USSR replaced the dreaded imperial secret police with an even more dreaded secret police, and so forth. The deep foundation of the US – so went my thinking – was not the comparatively recent 18th-century Enlightenment structures of the republic, with their talk of equality and their separation of church and state, but the heavy-handed theocracy of 17th-century Puritan New England, with its marked bias against women, which would need only the opportunity of a period of social chaos to reassert itself"

Teocrazie

Ho adorato come vengono affrontate le contraddizioni e il bigottismo degli estremismi religiosi. A partire dagli atteggiamenti dei singoli individui fino ad arrivare alle leggi di Gilead che, citando la stessa intervista della Atwood, "like any theocracy, this one would select a few passages from the Bible to justify its actions, and it would lean heavily towards the Old Testament, not towards the New."

Estetica

La serie e' tecnicamente ben fatta. La fotografia e' esteticamente bella. I costumi sono curati cosi come ogni dettaglio, dai supermercati alle case. E ci sono un sacco di scene con delle geometrie perfette. Insomma e' un piacere per gli occhi e, se non vi fidate del mio parere, fidatevi di quello della giuria degli Emmy.

Pop

Al piacere per gli occhi spesso si aggiunge anche quello per le orecchie. THT contiene diverse scene con delle colonne sonore tremendamente pop che sorprendentemente ci azzeccano troppo. Roba che Paolo Sorrentino gli spiccia casa. Ne ho trovate alcune su youtube. Prendetevi un quarto d'ora per gustarvele.

Diritti delle donne

Questo punto sembra retorico ma, in alcuni paesi, per sposarsi o per sottoporsi a un intervento chirurgico le donne devono avere il consenso di un uomo. Quindi forse non e' cosi retorico. THT cerca di dimostrare cosa succede quando una società porta le proprie idee ultraconservatrici sulle donne fino alle estreme conseguenze: credi che il posto della donna sia a casa, o in cucina? Credi che le donne non debbano essere padrone del proprio corpo? Va bene, succederebbe questo. Ti piace?
La risposta attesa dopo una dimostrazione simile è no, anche da parte degli uomini, perché è una società che toglie troppo anche a loro.
Non è un caso che le ultime parole del libro – della serie, vedremo – siano «Avete altre domande?». (Il Post)


E pero'...

C'e' un pero'... 
La fine della seconda stagione mi aveva lasciato con un po' di amaro in bocca. Insomma dopo tutto quel casino, hai la possibilita' di scappare ma decidi di rimanere? La ricerca della figlia mi e' sembrato un motivo un po' appiccicato con la sputazza su una decisione presa dagli sceneggiatori con l'unico obiettivo di lasciarsi una porta aperta per la stagione successiva.
Se non fosse stato per il consiglio di alcuni amici che l'avevano gia' vista, avrei abbandonato la serie. Ma li ho ascoltati e ho proseguito.
Parliamoci chiaro, la terza stagione e' in linea con gli alti standard delle stagioni precedenti ma ricorre piu' di una volta al principio di sospensione dell'incredulita'. In altre parole, non solo secondo il mio parere, nella terza stagione ci sono almeno un paio di squaletti da saltare. 
Senza contare l'escalation finale che ha fatto venire in mente Breaking Bad. Sappiamo tutti che esiste uno e un solo Walter White e sarebbe un peccato provare ad emularlo, soprattutto quando ormai sei June Osborn.

Quindi...

Ho adorato le prime due stagioni ma dal finale della seconda e per tutta la terza ho avuto la sensazione di "inizio del declino" per cui, nonostante resti un prodotto di ottima fattura, temo che non guardero' la quarta stagione.
Ma consigliero' vivamente di guardare le prime due, e forse anche la terza.

"I wish I could give you a world without violence, without pain"

(Aunt Lydia)