Questo è uno di quei casi in cui potrei raggiungere l’80% dell’obiettivo utilizzando le parole di Baricco, solo che dovrei infrangere la promessa fatta secondo cui le citazioni avrebbero terminato questi post. Rifletto un po’, mi appello alla Regola #1 e lo faccio lo stesso (pensate avessi scritto le regole a cazzo?).
Sedetevi. Le prossime righe vi riveleranno un concetto fondamentale per capire bene la nostra società.
Google, è di fatto quel che di più simile all'invenzione della stampa ci sia stato dato di vivere. Quei due (1) sono gli unici Gutenberg venuti dopo Gutenberg. Non la sparo grossa: è importante che capiate che è vero, profondamente vero. Oggi, usando Google, ci vuole una manciata di secondi e una decina di click perché un umano dotato di computer acceda a qualsiasi insenatura del sapere. Sapete quante volte gli abitanti del pianeta Terra faranno quell'operazione oggi, proprio oggi? Un miliardo di volte. Più o meno centomila ricerche al secondo. Avete in mente cosa significa? Percepite l'immane senso di "liberi tutti", e sentite le urla apocalittiche dei sacerdoti che si vedono scavalcati e improvvisamente inutili? Lo so, l'obiezione è: quel che sta in rete, per quanto enorme sia la rete, non è il sapere.
O almeno non è tutto il sapere. Per quanto derivata, spesso, da una certa incapacità a usare Google, è un'obiezione sensata: ma non illudetevi troppo. Pensate che non sia stato lo stesso per la stampa e Gutenberg? Avete in mente le tonnellate di cultura orale, irrazionale, esoterica che nessun libro stampato ha mai potuto contenere? Ci pensate a tutto quello che è andato perso perché non entrava nei libri? O a tutto quello che ha dovuto semplificarsi e addirittura svilirsi per riuscire a diventare scrittura, e testo, e libro? Eppure, non ci abbiamo pianto troppo sopra, e ci siamo assuefatti a questo principio: la stampa, come la rete, non è un innocente contenitore che ospita il sapere, ma una forma che modifica il sapere a propria immagine. E' un imbuto dove passano i liquidi, e tanti saluti, che so, a una palla da tennis, a una pesca o a un cappello. Che piaccia o no, è già successo con Gutenberg, risuccederà con Page e Brin. (2)
Et voilà.
20% dello sforzo. 80% dell’obiettivo.
Voi direte: bello, ma cosa c’entra con i tuoi post? Spiegarvelo è il restante 20% dell’obiettivo.
Premesso che vi sia chiaro quanto dice Baricco, mi piacerebbe contribuire al travaso culturale in atto. Non mi riferisco agli argomenti per cui una ricerca su Google produce circa 10,4 milioni di risultati (es: Barack Obama Biography), ma a quello che forse andrebbe perso.
In altre parole, secondo me non ha alcun senso che riporti in questo luogo la biografia di Obama, non perché non sia interessante ma perché la potrete sicuramente trovare in altri dieci milioni di siti. Viceversa credo di fare qualcosa di sensato trascrivendo la ricetta dei cannelloni di mia nonna, un aneddoto personale, una curiosità storica o un articolo che forse andrebbero persi nel travaso mediatico.
100%. Obiettivo completato.
(1) Larry Page e Sergey Brin, fondatori di Google.
(2) Tratto da “I Barbari” di Alessandro Baricco, Feltrinelli 2006
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