Gia’ li vedo in lontananza, orde di critici, opinionisti, blogger e
commentatori da bar che si affollano per stroncare il film di Sorrentino e
vivere di luce riflessa. O che magari aspettano il verdetto della giuria di
Cannes prima di capire dove tirera’ il vento. Quindi lo dico subito.
Penso che “La Grande Bellezza” sia un film bello. Molto bello.
E’ un film lungo, lento, a tratti forse sconclusionato ma, non lo saprei
spiegare in maniera razionale, sarei rimasto la’ a guardarlo per altre due ore
e mezza. E ho l’impressione che Sorrentino sarebbe potuto andare avanti
altrettanto.
E’ un film con la sinossi che ricorda quella de “La dolce vita” ma, se
proprio dovessi scegliere un film di Fellini, mi ha ricordato Amarcord. Anche
se in realta’ non mi ha ricordato niente e nessuno.
E’ un film su tutto, Roma, la decadenza della
nostra societa’, il mutato ruolo della Chiesa, e su nulla, come Flaubert.
E’ un film ambizioso che dividera’ pubblico e critica ma di cui, credo,
sentiremo parlare a lungo. Sorrentino ne e’ consapevole: in Italia abbiamo una
societa’ che, appena vede qualcuno svettare sopra gli altri, lo tira
giu’ nell’abisso della mediocrita’ collettiva.
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